Tra paesaggi rurali, antichi borghi e un ritmo di vita ancora lento, l’Alto Cilento si distingue come una delle mete più autentiche del Sud Italia.
Una terra ancora poco frequentata dai grandi flussi turistici, ricca di bellezze naturali, storia, cultura e biodiversità: qui è nata la Dieta mediterranea, qui si trovano tantissimi Presidi slow food e prodotti DOP, vere eccellenze del Made in Italy nel mondo. Da Valle dell’Angelo a Trentinara, scopriamo insieme posti che sussurrano storie, che custodiscono sapori autentici e panorami mozzafiato.
Valle dell’Angelo: il cuore verde del Cilento
Iniziamo il viaggio da Valle dell’Angelo, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, è il borgo più piccolo della Campania per popolazione, meno di 200 abitanti. Qui, tra colline ricoperte di ulivi e silenzio rigenerante, a meno di 1 km dal centro del paese, si trova l’azienda agricola Ausono, un agriturismo che offre un’accoglienza semplice ma di grande qualità.
La struttura, recentemente ristrutturata, offre solo due camere con balconcino privato, qui la quiete è impagabile ma è soprattutto di notte che si riesce a vivere un’esperienza speciale, con un cielo stellato spettacolare visibile ad occhio nudo direttamente dalla propria camera, grazie all’assenza di inquinamento luminoso.
La colazione al mattino è un rito che celebra i prodotti locali: oltre al delizioso pane e pomodoro condito con l’olio extravergine dell’azienda agricola, buonissimi i cachi e le mele cotogne raccolti nei frutteti circostanti e una fresca insalatina di rucola selvatica e chicchi di melograno. Nel borgo, una tappa immancabile è l’Osteria La Piazzetta, degli stessi proprietari dell’azienda agricola, osteria Slow Food gestita da Alì Coccaro e Carmela Bruno, dove la tradizione cilentana viene celebrata con condimenti leggeri e un menu fisso che abbraccia dall’antipasto al dessert. Da provare sicuramente le polpette di ricotta della signora Carmela.
Piaggine e il ponte medievale
Il tour prosegue verso Piaggine, un borgo che racchiude l’anima autentica di questa terra.
Camminare tra le sue stradine significa incontrare un’umanità genuina, come gli anziani del paese con i volti segnati dal tempo. Qui la vita scorre lenta, seguendo il ritmo della natura e delle tradizioni. Uno degli angoli più suggestivi del paese è il ponte medievale, sotto il quale scorrono le acque limpide del fiume Calore. Anche senza il fascino della cascata (che purtroppo, a causa del cambiamento climatico, spesso resta asciutta), il paesaggio intorno al ponte regala una sensazione di pace e un richiamo alla semplicità di un tempo.
Ma Piaggine non è solo storia e natura: è anche il luogo dove nasce uno dei pasticcieri più apprezzati d’Italia, Pietro Macellaro. La sua “pasticceria agricola” è il cuore pulsante di un’azienda di quattro ettari, dove Pietro coltiva personalmente molti degli ingredienti utilizzati nei suoi dolci. Il pasticciere ha saputo trasformare i prodotti del territorio in autentiche opere d’arte dolciarie. La filosofia di Pietro si fonda sull’uso di materie prime autoctone, spesso recuperando varietà dimenticate. Dai fichi bianchi cilentani ai grani antichi all’acqua pura del Monte Cervati, passando per il miele dorato e il latte di bufala locale. Tra praline al cioccolato d’altissima qualità, panettoni e colombe ogni morso è un viaggio che celebra la biodiversità del Cilento.
Roscigno Vecchia: il borgo fantasma
Da Piaggine, merita una tappa Roscigno Vecchia, meglio conosciuto come il borgo fantasma. Abbandonato dai suoi abitanti all’inizio del Novecento a causa di una frana, il paese è oggi un museo a cielo aperto, riconosciuto come sito Unesco. Passeggiando tra le case puntellate, si arriva alla piazza Giovanni Nicotera, con i suoi tigli secolari e una fontana in pietra.
La visita si arricchisce grazie ai racconti degli anziani della pro loco, che narrano aneddoti e storie del borgo, tra cui quella di Dorina, ex suora che ha vissuto nel paese fino alla sua scomparsa nel 2000, e quella di Giuseppe Spagnolo, l’ultimo abitante, custode e icona del borgo fino alla sua scomparsa.
Bellosguardo e la cucina autentica di Geppino
A pochi chilometri, il borgo di Bellosguardo accoglie i visitatori con una vista mozzafiato sulle colline circostanti. Il nome, che si traduce letteralmente in “bel panorama,”, infatti, non tradisce le aspettative. Qui una tappa obbligata è l’agriturismo Tenuta Nonno Luigi, gestito con passione da Geppino, giovane chef che ha deciso di restare nella propria terra e che ha trasformato la casa dei suoi nonni in un’oasi di cucina contadina.
La struttura propone un menu fisso, che varia con le stagioni. Si comincia con gli antipasti che includono un’ampia selezione di prodotti locali: salumi e formaggi artigianali, giardiniera di verdure fatte in casa, e la cipollina di Vatolla fritta, presidio Slow Food, che esplode in un connubio di dolcezza e acidità quando condita con aceto balsamico. Tra i primi piatti, da non perdere lo scialatiello al tartufo nero e crema di provolone, gustoso nella sua semplicità.
Geppino ha ereditato dai suoi predecessori i segreti casalinghi per continuare a tramandare la tradizione culinaria cilentana, tra questi ha riportato in auge un prodotto che ormai era scomparso sulle tavole ovvero il viccio cilentano. In passato, il viccio, veniva utilizzato per testare la temperatura dei forni a legna prima della cottura del pane. Questo disco di pasta lievitata, cotto rapidamente, era consumato ancora caldo, vicino al forno, da adulti e bambini. Geppino ha deciso di riproporre il viccio, per onorare la sua storia e nel 2020 ha lanciato il progetto chiamato “Vicceria”, che consente di spedire box contenenti il viccio insieme agli ingredienti per farcirlo, promuovendo un’alimentazione sana e locale in tutto il mondo.
Trentinara: il balcone del Cilento
Ultimo giorno in Cilento, ultima tappa: Trentinara, incastonata tra monti e mare, offre un panorama unico che le è valso il soprannome di “Terrazza del Cilento”. Dai suoi punti panoramici, come la famosa terrazza della Via dell’Amore, si può ammirare un paesaggio che spazia dal Golfo di Salerno alle isole di Capri e Ischia. Il borgo, con le sue antiche strade lastricate, conserva una forte identità legata alla tradizione contadina e ai sapori autentici del territorio, celebrati anche durante eventi come la Festa del Pane e della Civiltà Contadina. Per chi cerca l’adrenalina, la zipline “Cilento in Volo” offre l’opportunità di sorvolare il paesaggio a corpo libero, un’esperienza unica nel suo genere. Dopo la passeggiata mattutina a Trentinara ci spostiamo a pochi km per pranzare a Giungano, al ristorante La Torretta. A conduzione familiare, il ristorante si trova all’interno dello storico palazzo ducale del borgo con una terrazza esterna che regala una vista collinare unica. La Torretta si distingue per una cucina semplice e genuina, qui la tradizione culinaria del Cilento si esprime al meglio, offrendo piatti che esaltano la dieta mediterranea, da abbinare agli ottimi vini del territorio.
Tra le specialità imperdibili, le lagane e i ceci, una tipologia di pasta a striscioline larghe preparate con acqua e farina, definito tra i piatti poveri del Cilento, perché un tempo venivano consumati dalla gente semplice, infatti, i legumi specialmente ceci e fagioli, erano il pasto quotidiano dei contadini e pastori e che, venivano quasi disprezzati dai signorotti locali. Altre specialità da provare assolutamente: le “mulignane mbuttunate” (melanzane ripiene) e il pollo alla cacciatora, preparati secondo antiche ricette di famiglia.
Napoletana nel cuore e cittadina del mondo per scelta, eterna sognatrice. Curiosa di tutto ciò che mi circonda, amo viaggiare, cucinare, ma soprattutto mangiare!