A Capri bisogna arrivarci con fame. Di sole, di storie, di sapori.
A inizio stagione, mentre l’isola si prepara all’assalto elegante dell’estate, la redazione di Wine&Thecity è partita per l’isola azzurra per scoprire in anteprima i tre ristoranti che promettono di ridisegnare la mappa gastronomica caprese nel 2025. Tre indirizzi diversi, tre filosofie del gusto, una sola anima campana che cambia prospettiva a ogni boccone. Li abbiamo provati uno per uno, tra chiacchiere in cucina, piatti serviti con passione e sguardi che raccontano molto più di un menù.
1. Santina Capri — La Costiera che ha messo il piede sull’isola

Appena entrati da Santina Capri, in via Fuorlovado a pochi passi dalla piazzetta, tra botteghe e boutique di lusso, abbiamo avuto la sensazione di essere sbarcati in una versione più intima e gentile della Costiera Amalfitana. L’atmosfera è curata ma non formale, elegante ma senza eccessi. Ad accoglierci, Juri Insigne, nipote della famiglia Tizzani (quella della celebre Conca del Sogno), che ha portato la Nerano della sua infanzia nel cuore di Capri. La cucina è affidata a Umberto Mazza, giovane chef napoletano (di Torre del Greco) ma lucidissimo nel pensiero e nella mano. Abbiamo assaggiato, subito dopo il sauté di vongole e cozze con pane croccante, le seppie su crema di cannellini e olio all’alloro: delicate, dal sapore appena affumicato, un antipasto che racconta umiltà e pulizia. A seguire come primo piatto abbiamo provato i ravioli capresi ripieni di ricotta e scampi, con guazzetto di crostacei e pomodorini gialli e rossi, erano un’esplosione misurata: nessuna nota fuori posto, ogni ingrediente al suo posto come in un’orchestra ben diretta. La carta dei vini è sorprendente: tra grandi etichette italiane e francesi, spunta una selezione kosher di altissimo livello. Lo Yarden Chardonnay si è rivelato l’abbinamento perfetto.Prima di andare via ci siamo fermati al cocktail bar per provare l’iconico Sgroppino, montato al momento: sorbetto al limone, tequila e bollicine – fresco, elegante, irriverente. Abbiamo lasciato Santina col profumo di basilico ancora sul palato e la sensazione di aver vissuto qualcosa di vero.
2. Campanella by Quattro Passi — Mellino porta la sua stella tra i limoni di Capri

Proseguendo per via Fuorlovado, ci fermiamo al Pazziella Garden & Suites, il boutique hotel della famiglia Naldi, nascosto tra bouganville e ulivi, che ha da poco inaugurato il ristorante Campanella by Quattro Passi. Il nuovo progetto di fine dining di Fabrizio Mellino, chef 3 stelle Michelin del ristorante Quattro Passi a Nerano, che coniuga eleganza e bellezza dei piatti, una vera e propria dichiarazione d’amore per l’isola. Seduti al tavolo sotto il pergolato, abbiamo assaggiato la fettuccina alla Nerano: una carezza di zucchine fondenti e parmigiano, mantecata a regola d’arte con il profumo vivo del pepe. Ogni morso un ricordo, ogni ricordo un’emozione. Lo chef resident Angelo Fumeto ci ha accompagnato dietro le quinte: abbiamo visto la scaloppina di vitella al limone prendere vita sotto le mani dei cuochi, con i capperi croccanti ad accendere il piatto come un colpo di scena. Il dessert? Una caprese dal cuore morbido con gelato al Disaronno, un tributo rispettoso alla tradizione, ma con un cuore liquido che sorprende come il finale di un buon romanzo. «Capri ha un’anima, noi proviamo a cucinarla», ci ha detto Mellino prima di salutarci. E sì, ci riescono.
3. Luce — Dove la semplicità brilla più dell’oro

LUCE è un’altra bella novità (che abbiamo raccontato già all’indomani dell’apertura): ristorante di cucina italiana aperto da qualche mese sull’isola, tra il Tennis Club e la Taverna Anema e Core, in via Sella Orta. Il nome è tutto un programma: luce negli arredi, nei colori, nei volti. È il sogno di Ferruccio De Lorenzo e Luigi Esposito, amici e albergatori, che qui hanno voluto ricreare la sensazione di entrare a casa di qualcuno di molto, molto ospitale. In cucina c’è Salvatore De Vivo, chef rigoroso ma affabile, insieme al giovane Antonio Esposito. Li abbiamo osservati preparare il loro signature dish: lo spaghetto al pomodoro Luce Style, un capolavoro di semplicità e precisione. Il pomodoro è quasi caramellato, il basilico profuma d’estate, la pasta ha la cottura perfetta. Un piatto che non si dimentica. I dolci giocano su consistenze e freschezze, ma il vero colpo di scena è il servizio: giovane, sorridente, mai invadente. LUCE è quel posto dove torni, anche solo per un bicchiere di vino. Un posto che non fa rumore, ma resta.
Tre ristoranti. Tre esperienze. Tre modi diversi di raccontare Capri con una forchetta. Da Santina a Campanella, passando per Luce, l’isola azzurra conferma il suo ruolo di regina del Mediterraneo non solo per bellezza, ma anche per gusto. Siamo ripartiti con il taccuino pieno, il cuore leggero e la voglia di tornare. Perché a Capri, l’estate ha il sapore del mare, ma anche della memoria, dell’innovazione e della luce.
