Baluardo di un terroir vulcanico senza eguali, il Consorzio di Tutela della DOC Malvasia delle Lipari rappresenta un presidio culturale e produttivo delle isole Eolie.
Nato il 14 luglio 2016, il Consorzio si dedica alla salvaguardia, promozione e valorizzazione della denominazione Malvasia delle Lipari e dell’IGT Salina. Non solo tutela della qualità e controllo delle fasi commerciali, ma anche un’azione costante al fianco dei produttori, in collaborazione con enti pubblici, istituzioni e associazioni di categoria. Il Consorzio contribuisce così alla costruzione di un’identità forte e coerente, rafforzando l’immagine della viticoltura eoliana e ponendo l’accento sulla sua natura “eroica”, sulle difficoltà e il coraggio di coltivare in contesti estremi e inaccessibili.
Oggi la Malvasia delle Lipari si presenta con una veste nuova: un vino bianco secco, fresco, profumato, che nasce da un desiderio di modernità senza perdere il contatto con la tradizione. Se per gli anziani eoliani è il vino della memoria, simbolo di radici familiari e consuetudini contadine, per le nuove generazioni rappresenta l’elemento di rinascita, la chiave per restituire dignità e valore a una viticoltura che per secoli ha definito il paesaggio umano e naturale delle isole. La nuova visione produttiva punta sull’ecletticità di questo vitigno, straordinariamente versatile e intimamente legato all’identità mediterranea, capace di raccontare suoli vulcanici, brezze marine e microclimi unici. Nelle sue versioni secche, la Malvasia delle Lipari conquista con la sua verticalità, la fragranza del frutto, l’acidità vibrante e la salinità che richiama il mare.
Le Eolie, proclamate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2000, costituiscono un mosaico vulcanico di isole che si stagliano nel Tirreno settentrionale: Stromboli, Vulcano, Lipari, Alicudi, Filicudi, Panarea e Salina. Qui, la cultura dell’ospitalità si fonde con l’eccellenza enogastronomica, in un equilibrio tra esclusività e semplicità, ricercatezza e genuinità. L’enoturismo trova nelle strutture ricettive e nella ristorazione di Salina Isola Verde un punto di forza strategico, grazie anche alla sinergia con il Consorzio. È un modello di ospitalità che sa offrire esperienze autentiche, capaci di esaltare le specificità dell’arcipelago e consolidare l’immagine di un territorio votato alla qualità.
La DOC Malvasia delle Lipari, riconosciuta ufficialmente il 20 settembre 1973, sancisce il valore di un patrimonio enologico profondamente radicato nel paesaggio eoliano. Il disciplinare impone l’utilizzo predominante della Malvasia di Lipari (fino al 95%) e una piccola percentuale di Corinto Nero (dal 5 all’8%). Le pratiche colturali sono rigorose e rispettose della tradizione: nessuna forzatura, solo potature, impianti e allevamenti pensati per custodire l’essenza del territorio. La Malvasia di Lipari, appartenente al vasto gruppo delle Malvasie mediterranee, ha trovato qui il suo habitat ideale, dove il connubio tra terra e mare dà origine a vini intensi, longevi e memorabili. Il Corinto Nero, vitigno raro e antico, coltivato tradizionalmente ad alberello basso o a pergolato, contribuisce con un tocco di eleganza e struttura.
All’interno dello stesso arcipelago nasce anche l’IGT Salina, che coinvolge tutte le isole e si declina in diverse versioni e interpretazioni, seguendo la natura delle varietà impiegate. La Malvasia resta la protagonista, ma accanto a lei si distinguono anche Catarratto, Nerello Mascalese e ancora una volta il Corinto Nero, per dare vita a un mosaico enologico coerente con l’identità territoriale. Le tecniche enologiche si pongono l’obiettivo di valorizzare le peculiarità del luogo, in un equilibrio tra innovazione e rispetto della storia.
Il lavoro del Consorzio e dei viticoltori eoliani assume oggi un significato che va oltre il vino: è salvaguardia del paesaggio, presidio di biodiversità, espressione concreta di una cultura millenaria che ancora oggi sa rigenerarsi, riscoprirsi e raccontarsi con orgoglio al mondo.
Giornalista freelance nato e cresciuto a Palermo. Dopo la laurea si iscrive a un master in gestione dell’azienda vitivinicola e diventa sommelier. Scrive di cibo, vino e viaggi – ma la sua più grande passione è l’hotellerie (vorrebbe vivere in hotel) – per La Cucina Italiana, Bell’Italia, Agrodolce e Slow Food Editore. Su Instagram racconta la parte più bella del suo lavoro @foodmakersicilia
