Degustazione comparata di annate e focus sui bianchi dell’azienda.
La Guardiense ha presentato le nuove annate della linea Janare: a guidare l’anteprima, il 23 giugno scorso, è stato l’enologo Riccardo Cotarella con il giornalista Luciano Pignataro. Nel calice sette vini, tra annate recenti e storiche, per un’esperienza gustativa di grande interesse capace di raccontare la capacità evolutiva dei vini. Protagonisti i vini bianchi: Falanghina, Fiano e Greco. Il confronto diretto tra due annate della stessa etichetta a distanza di diversi anni è stato il focus dell’evento. Un approccio che ha permesso di cogliere l’evoluzione dei vini nel tempo e di apprezzarne la capacità di invecchiamento, mettendo in luce come le caratteristiche varietali e la mano dell’enologo si esprimano sia nella freschezza della giovinezza che nella complessità della maturità. La Falanghina SENETE del Sannio DOC è stata degustata sia nella versione 2024, giovane e fragrante, dal profilo floreale e fruttato, con un sorso fresco, minerale e ben equilibrato, sia nell’annata 2016, molto più evoluta e complessa. Quest’ultima ha rivelato note terziarie di miele e frutta secca, una struttura più rotonda e stratificata, dimostrando come la Falanghina sia in grado di acquisire profondità e fascino con il passare degli anni. Il Greco PIETRALATA, assaggiato sia nell’annata 2024, che si è distinta per la sua acidità spiccata, profumi di albicocca e agrumi e una struttura piena, sia nella versione 2019, dove il tempo ha donato maggiore profondità e complessità, ha confermato il grande potenziale evolutivo di questo vitigno.

Questo confronto tra annate ha evidenziato non solo la qualità delle singole etichette, ma anche la capacità dei vini del Sannio di raccontare storie diverse a seconda del tempo trascorso in bottiglia, offrendo agli appassionati un’esperienza di degustazione ricca e sfaccettata.
Fondata nel 1960 a Guardia Sanframondi da un gruppo di 28 contadini, 2 maestri e 3 medici, La Guardiense oggi riunisce circa 1.000 viticoltori che coltivano oltre 1.500 ettari di vigneti situati principalmente in collina, tra i 300 e i 400 metri di altitudine. È una delle più importanti e rinomate cooperative agricole del Sannio Beneventano ed è ben nota per la valorizzazione dei vitigni autoctoni campani proponendoli sia in versione monovarietale sia in assemblaggi che esaltano le caratteristiche peculiari di ciascun vitigno.

Il progetto Janare di La Guardiense, in particolare, rappresenta una delle esperienze più innovative e identitarie della viticoltura campana. Il nome si ispira alle “janare”, figure leggendarie della tradizione locale, considerate streghe custodi dei segreti della terra e simbolo della forza e del sapere delle donne sannite.
Janare è molto più di una linea di vini: è la prima esperienza di zonazione vitivinicola del Sannio beneventano, un progetto realizzato con la collaborazione dell’enologo Riccardo Cotarella per valorizzare i vitigni autoctoni che si sviluppa su circa 500 ettari selezionati tra i 1.500 della cooperativa e una produzione di circa 1,5 milioni di bottiglie tra vini fermi e spumanti.
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Giornalista e amante del vino, è il trait d’union con le cantine e i produttori sparsi sul territorio nazionale.