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Il nuovo respiro del Cilento 

Dall’ospitalità artigiana degli Oleandri Family Resort alla filiera trasparente della Dispensa San Salvatore: quando famiglia, visione e accoglienza fanno (eco)sistem.

Cilento, terra di colonie greche e di ulivi millenari, di centenari che hanno fatto della longevità una scienza silenziosa e condivisa, di una Dieta Mediterranea che è patrimonio vivo dell’umanità. Qui il mare non è solo cornice, ma voce; il territorio non è solo scenario, ma una preziosa eredità culturale dove la storia convive con la contemporaneità. Ed è in questo equilibrio fragile e potente che si gioca la domanda cruciale: quale futuro scegliere?

Con la voglia di staccarsi dai clichè da cartolina, con al presenza del suo straordinario Parco Archeologico, il Cilento si affaccia con nuova forza al dibattito sulle nuove forme di turismo e di economia territoriale, facendo di Paestum una nuova meta, non più soltanto un approdo estivo per famiglie e viaggiatori di passaggio, ma un laboratorio possibile per un modello di sviluppo che tenga insieme qualità, sostenibilità e identità. Una destinazione che unisce radici e visioni, che sta costruendo un modello sempre più personale di accoglienza, dove l’ospitalità dialoga con la terra, e dove ogni gesto – dal piatto servito alla vigna coltivata – diventa racconto agricoltura e cultura che si nutrono vicendevolmente.

Tra le esperienze che interpretano questa visione, Oleandri Family Resort e San Salvatore 1988 tracciano due traiettorie complementari.

San Salvatore

Oleandri Family Resort è un luogo pensato da una famiglia per la famiglia. Nato nel 1998 dall’architetto Antonietta Pagano, che ne guida tuttora le scelte stilistiche e che coinvolge Pietro Desimone e attivamente i figli Erika, Angelo e Ludovica, che ogni giorno coordinano operatività e accoglienza, servizi, marketing e relazioni con gli ospiti, innestando nuove energie sulla propria consolidata identità. Un modello familiare che ha saputo rinnovarsi senza tradire la propria vocazione originaria: far sentire gli ospiti parte di una grande casa cilentana sul mare.

Angelo De Simone

A pochi chilometri di distanza, San Salvatore 1988 – azienda agricola e vitivinicola fondata da Peppino Pagano – dimostra come la produzione agricola possa diventare esperienza culturale. Qui le vigne respirano la brezza marina, bufali e bufale convivono con la macchia mediterranea, la filosofia biodinamica si unisce a un’idea di ospitalità diffusa, dove il vino è parte di una narrazione più ampia: quella di un Cilento agricolo, produttivo e aperto al mondo. Anche questa è una storia familiare, radicata nella terra e proiettata verso mercati internazionali, senza perdere l’accento locale.

Oleandri

Oleandri Family Resort: una storia di famiglia per la famiglia e oltre
È una storia che nasce da un sogno personale e diventa un abbraccio corale: l’Oleandri Resort nasce nel 1998 dalla visione di Antonietta Pagano, che voleva costruire “un luogo capace di lasciare un segno nel cuore degli ospiti”, con la famiglia come centro pulsante di ogni scelta e gesto quotidiano.
Qui, il domani del Cilento si immagina con radici e visioni: ogni dettaglio è pensato per raccontare il territorio senza forzature, dalla dimensione umana all’orizzonte chiaro di bellezza e cura, ceramiche ricercate, dettagli di colore, natura rigogliosa e vera.
Ospitalità che culla, servizi e attività diffuse, spazi dedicati ai bambini, una pineta dolce e accogliente, con una spiaggia di sabbia fine e un mare in continuo movimento di gradazioni di blu. Il Beach Club aperto anche agli ospiti esterni, con zona gazebi-privè, ombrelloni ben distanziati, servizi e area Pet friendly attrezzata, è un invito a rilassarsi in sicurezza in uno spazio di grande armonia.

A mezzogiorno, il Beach Club, aperto agli ospiti esterni, si anima di sapore e profumo con il pescato del giorno selezionato dallo Chef Giuseppe Adduono, con i crudi che raccontano il mare cilentano, con i colpi da maestro che fanno rima con gli “spaghetti ai ricci di mare” e con le “linguine all’astice”; e poi sautè e grigliate miste, fino alle scelte più snelle di pinze fragranti e ben alveolate, in abbinamenti freschi e mediterranei, preparate a vista da Pastry Chef Alfonso Castellani, cui fa capo anche tutta l’offerta dolce.

Al mattino infatti, la colazione cilentana si fa rituale attuale quanto autentico: tra i profumi dolci dei prodotti locali emergono gli scauratielli, graffe e bombe ripiene, grandi formaggi e pizza cilentana a ridosso del cuore verde-blu del resort, ovvero la piscina con idromassaggio e solarium. Per i bambini ci sono l’area giochi Olea Land, l’orto didattico, gonfiabili, laboratori e mini-corsi, oltre alla biberoneria per i piccolissimi. Completano il quadro 84 alloggi con balcone o patio, e la nuovissima Lea Residenza Mediterranea, un palazzo con appartamenti indipendenti arredati in stile che fanno di questo Family resort decisamente un luogo non comune.

San Salvatore 1988 e La Dispensa: Le filiere a vista
Pochi chilometri più in là, a Capaccio–Paestum, La Dispensa di San Salvatore 1988 è il cuore visibile di un ecosistema agricolo e vitivinicolo che parla la lingua della trasparenza. Aperta dalle sette del mattino a mezzanotte, è insieme bottega e ristorante, luogo di comunità e tavola di viaggio.
Qui, ogni piatto porta con sé un codice: la blockchain certifica l’origine di ingredienti e processi, raccontando in tempo reale la vita di una mozzarella, di un ortaggio, di un calice. È la terra che si fa parola, un atto di fiducia che diventa parte stessa del gusto.

Dietro questo progetto c’è Giuseppe “Peppino” Pagano, che da albergatore visionario ha scelto di piantare vigne, allevare bufale, produrre energia da biogas e fotovoltaico, chiudendo il cerchio in un modello agricolo circolare. Accanto a lui, consulenti come Riccardo Cotarella firmano la regia enologica: vini come Vetere o Pian di Stio portano il Cilento sui mercati globali, mantenendo però l’accento di chi vive il territorio ogni giorno.

Peppino Pagano non ha abbandonato la sua terra: l’ha trasformata in voce narrante del futuro. Dopo aver scritto pagine di ospitalità raffinata, ha deciso di tornare al suo primo amore: la vite. San Salvatore 1988 nasce nel 2003 con la forza di un impulso sincero, sostenuto da una riconquista personale e familiare.  

La Dispensa, aperta ogni giorno con orario che racconta presenza, è il suo manifesto: piatti segnati dalle stagioni, vini firmati da vigneti biodinamici, prodotti locali che parlano di territorio senza intermediari. La Dispensa è anche nei gesti antichi, quelli delle massaie che preparano piatti come l’acquasale, i tempi dell’orto che detta i menù, la mozzarella di bufala che passa dal caseificio alla tavola senza mediazioni. Non marketing, ma quotidianità messa in scena con rigore.

E’ proprio nel latte di bufala, nella memorabile ricotta, negli yogurt e cremosi golosi e virtuosi, che si misura la soglia del possibile. Vasetti in terracotta, lavorazioni di coscienza e rigore, filiera tracciata in blockchain, shelf‑life estesa: sono il dessert che viaggia, da Paestum al mondo intero, senza perdere qualità e freschezza. Sugli scaffali italiani e internazionali, lo yogurt bianco si consegna vincitore del Quality Award 2024 e del plauso dei nutrizionisti; i packaging ricevono premi per ecosostenibilità. In GDO, ma soprattutto in cuori lontani, il sapore del Cilento oggi trova voce nella consistenza vellutata di un via lattea locale. 

E dietro tutto, c’è la scelta di chi ha deciso di chiudere il cerchio: allevamento e produzione caseari di altissimi standard qualitativi, energia verde, orto sinergico e galliani, vino e vitigni autoctoni, conserve e confetture. Una produzione circolare che non solo sostiene la qualità, ma la racconta — con chiarezza, con orgoglio, con memoria.

Due famiglie, un nuovo futuro del cilento
Oleandri Family Resort e San Salvatore, seppur diversi, condividono la stessa intuizione: il futuro del Cilento non si costruisce a compartimenti stagni, ma creando un ecosistema dove le strutture ricettive dialogano con le aziende agricole, e dove ogni esperienza – un calice di vino, un piatto di pasta, un tramonto sul mare – diventa tassello di una storia comune. Se il lusso del passato era avere di più, il lusso del futuro sarà vivere meglio, in luoghi che non temono di essere se stessi.

E così, tra i templi di Paestum e i filari di Aglianico, si disegna una possibile traiettoria: un Cilento che cresce senza snaturarsi, che innova senza dimenticare, che accoglie senza svendersi. Un orizzonte in cui l’antica sapienza greca e la lungimiranza contemporanea possono, finalmente, guardare nella stessa, nuova, direzione.

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