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Chateau Mouton Rothschild: la storia tramite l’innovazione

Il vino in questione non ha bisogno di tante parole per essere descritto. Chateau Mouton Rothschild è il “taglio bordolese” per eccellenza, forse il più opulento e certamente quello con la maggior quota di Cabernet Sauvignon a definirne il risultato finale, almeno tra quelli della regione del Mèdoc, dove nasce.

Uno dei più evocativi Chateaux di Francia inizia a diventare un mito del vino relativamente tardi, nel 1853, quando la proprietà passa alla famiglia Rothschild e da quel momento, con le grandi innovazioni di casa Rothschild, cambia la storia dell’Azienda e di tutto il movimento del vino di qualità.
Il Barone infatti fu il primo, nel 1924, ad imbottigliare tutto il vino prodotto che invece, fino a quel momento, in Francia veniva messo in bottiglia solo successivamente dai cosiddetti “negociants” e fu anche il primo, due anni prima nel 1922, a pensare di far illustrare l’etichetta da un giovane pubblicitario, Jean Carlu, per caratterizzarla maggiormente (fino ad allora le etichette dei vini erano perlopiù monotone e tristi raccolte di informazioni) e raccontare una storia al consumatore finale.

Questa novità cambia il modo di intendere il vino, che passa ad essere percepito anche dal consumatore come una “creatura” totalmente figlia del produttore, che cura ogni dettaglio in modo maniacale: dalla produzione delle uve, rigorosamente parcellizzata in vigne dall’età che arriva anche a 120 anni, alla fase di vinificazione che avviene finalmente in una cantina di trasformazione all’avanguardia con una netta distinzione dei tini in acciaio e delle botti in legno, per continuare a garantire che ogni parcella venga vinificata singolarmente fino allo stoccaggio delle bottiglie che viene affidato nel 1926 all’architetto Charles Siclis che realizza per i Rothschild una spettacolare e avveniristica (per l’epoca) cantina a temperatura naturale: la Grand Chai, che ancora oggi è deputata allo stoccaggio delle preziosissime bottiglie.
E’ così che si coniuga modernamente la storia che si respira nei leggendari vigneti del Mèdoc con l’innovazione apportata ad un comparto che si avvantaggia di tecniche e tecnologie sempre più moderne per raggiungere il risultato finale dell’eccellenza, senza mezzi termini.

L’ultimo step di questo processo di alta qualificazione del prodotto vino, avviene in uno dei momenti più bui della Storia dell’Umanità.
Siamo nelle fasi conclusive della Seconda Guerra Mondiale, con le potenze dell’Asse ormai sgretolate dall’offensiva anglo-americana e russa ed il Barone già pensa di creare, per l’occasione della vittoria delle potenze Alleate di cui la Francia faceva parte, un’etichetta celebrativa per quell’annata speciale: il 1945.

Ed il 1945 fu davvero un’annata speciale poiché, oltre ad essere ricordata come quella della fine del conflitto mondiale, fu anche un’annata straordinaria sotto il profilo qualitativo.
Lo Chateau Mouton Rothschild del 1945 era già da subito percepibile come un vino fantastico, con grandissimo potenziale di invecchiamento e caratteristiche uniche, come solo le grandi annate sanno regalare.

Pertanto il Barone Rothschild, che nel conflitto aveva perso la moglie, uccisa nel campo di sterminio di Ravensbruck mentre la figlia Philippine scampò miracolosamente alla furia nazista, decise di affidare la realizzazione dell’etichetta dello Chateau Mouton Rothschild 1945 al giovane artista Philippe Julian che riporta una grande “V” di vittoria sulla stessa a commemorazione dello storico evento.

Da questo momento in avanti inizierà una collaborazione straordinaria tra lo Chateau del “montone” e i più grandi artisti della Storia che, a turno ogni anno, saranno chiamati a disegnare l’etichetta simbolo di uno dei più grandi vini del mondo.
E’ così che i fortunati detentori di qualche bottiglia di Chateau Mouton Rothschild potranno avere nelle loro mani una vera e propria opera d’arte illustrata da artisti del calibro di Picasso, Dalì, Mirò, Chagalle, Kandinsky, Warhol, Keith Haring, Balthus, Francis Bacon, Anish Kapoor…e molti altri.

Il primo dicembre di ogni anno, casa Rothschild presenta al mondo la sua ultima creatura, svelando anche il nome dell’artista che l’ha realizzata.
Il 2024 è l’anno in cui è stata presentata l’etichetta d’autore del 2022, quella del centenario delle etichette illustrate, ad opera del francese Gérard Garouste che celebra la figura del Barone Philippe de Rothschild per legare l’essenza di questo vino e del tempo che passa alla figura del suo fondatore e grande innovatore.

Nel frattempo, una bottiglia del leggendario Mouton del 1945 è stata battuta all’asta da Christies’s nel 2006 alla cifra record di 296.000 dollari, diventando così la singola bottiglia di vino più costosa del mondo.
Il vino vale così tanto quando unisce la sua fama biblica di nettare divino al genio dell’uomo.
Proprio come nel caso di Chateau Mouton Rothschild.

Articolo di Simone Nicotina

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