Oltre 80 chef, talk, masterclass e format inediti per la IX edizione di Irpinia Mood, ospitata nel Carcere Borbonico – Museo Irpino di Avellino. Un festival straordinario che ha mostrato come il cibo, quando è vissuto con passione e consapevolezza, diventa cultura, identità e bene comune.
Dalle Colazioni da Collezione® alle braci nel bosco, Irpinia Mood 2025 ha messo in scena un’unica verità: quando un evento ha cuore, si sente. E così è stato, dentro e fuori le mura del Carcere Borbonico – Museo Irpino di Avellino, con oltre 80 chef, talk, masterclass e un pubblico caloroso e partecipe.
L’Irpinia ha parlato la lingua della forza e della cura, nell’accoglienza, nei piatti, nelle parole, nella dedizione di una squadra che ha lavorato come una famiglia coesa. Che fosse una ricetta fine dining agli stand serali, una moka a tavola, un uovo montato al momento, un lievitato di pasticceria, un ortaggio cotto sotto la cenere o un calice di vino virtuoso, il messaggio è stato chiaro: mettere al centro le persone e la loro relazione con il cibo.
Un invito collettivo a interrogarsi su cosa mangiamo, perché e per chi, riflettendo su cultura, identità e scelte consapevoli. Non a caso, il tema di quest’anno è stato “Cibo Sovrano”, con l’idea che il cibo debba essere riconosciuto come bene comune.

Segnali di Fumo: la brace come rito collettivo, radici vive e connessioni autentiche
Irpinia Mood 2025, in questa sua nona edizione, si è rivelata in tutta la sua forza, con un programma ricco di talk, degustazioni, laboratori e incontri che hanno unito chef stellati, produttori locali e pensatori visionari, trasformando Avellino e il territorio attorno in un palcoscenico vivo e pulsante per celebrare il cibo non solo come nutrimento, ma come essenza stessa della nostra anima collettiva.
Tra le quattro tappe del Fuori Menù Tour 2025, Segnali di Fumo si è imposto come momento di poesia concreta: il Parco del Partenio — ad Acqua Fidia (Mercogliano) — si è trasformato in santuario della convivialità, illuminato dalle braci vive e animato da colonne sonore naturali. Lì, il festival ha invitato i partecipanti a un pranzo tra gli alberi e mise en place essenziali, dove protagonisti sono stati gli elementi primordiali e il dialogo tra le persone. Una narrazione che ha intrecciato natura, tecniche ancestrali e convivialità autentica, ricordandoci che il cibo è sovrano nelle nostre vite: un legame che unisce comunità e generazioni.

Lo chef-asador Gerardo Urciuoli, insieme al collettivo Appicciamunn, ha orchestrato questa esperienza in collaborazione con Troppo Frizzante di Davide Lima: un racconto fatto di fuoco, calici e geografie emotive.
Un menu come aria, fumo, legno, fuoco e memoria
Un menu pensato come sceneggiatura in atti, dove ogni portata è gesto, memoria, dialogo tra natura e tecnica: un quadro sensoriale, scritto con le mani nel fumo e nel silenzio del bosco:
Funghi, mais e abete – primo abbraccio col bosco; Trota e lattuga arrosto – una salsiccia di trota a braccetto con la sua lattuga alle brace; Trippa in ciambotta, limone e basilico – la callosità della trippa, la freschezza del pomodoro e degli agrumi taglienti; Friggitello ripieno di Zuppa Forte – archeologia di stufato di frattaglie in rete; Pecora cotta da lontano in modalità Asado argentino – lentezza, scenografie e spazi aperti; Pollo al filo – ruspante, sapore antico sospeso sulla brace; Ortaggi cotti sopra e sotto le braci – dialogo tra terra e fuoco. Torta di rose, latte e more – dolce chiusura, profumo di radici e fiori.


Una riflessione sul fuoco e sulla comunità
Segnali di Fumo non è stato solo cucinare intorno a un fuoco: è stato forse l’esempio più potente di cosa significhi ritrovare il senso del cibo sovrano. Quando si cucina insieme attorno al fuoco, si riscopre il valore del tempo condiviso, dello sguardo che si alza dalla tavola, del calore che ha il sapore di comunità.
Il festival ha trasformato l’Irpinia in terra di esperienze viventi, dove il fuoco è strumento di relazione, memoria e immaginazione. Un modo per ricordarci che il cibo, quando è sovrano, è esperienza del sé e del noi. Un modello di festival che unisce contenuti e umanità. Lunga vita a Irpinia Mood!

Accendere conversazioni attorno al cibo e trasformarle in esperienza è il filo che lega eventi, progetti e scrittura. Viaggiatrice entusiasta, giornalista di cultura enogastronomica, intreccio linguaggi diversi per raccontare luoghi e visioni del gusto. Curo format interdisciplinari che uniscono palco e tavola, parola e convivialità. Tra i miei progetti più iconici, Colazioni da Collezione®, la guida che ha ridefinito la colazione d’hotel come espressione di identità e “nuovo perché” di viaggio.