Written by 11:34 Napoli, Non solo vino

NOMADI, il nuovo progetto di cucina: itinerante e sensoriale

Otto chef e pasticceri insieme per una cena sempre unica e irripetibile e in un posto diverso.

Non chiamatelo catering! NOMADI è molto di più. Sono otto teste, sedici mani, un solo battito per un’esperienza di cucina unica e irripetibileNOMADI food philosophy è un progetto nuovo che nasce a Napoli: è un collettivo spontaneo di cuochi e maestri pasticceri che uniscono conoscenza, creatività e tecnica per dare vita a una cena stra-ordinaria, ogni volta in un posto diverso, per questo unica e non replicabile.  I commensali mangiano ma soprattutto ascoltano, osservano, si divertono: Nomadi è uno show live di alta cucina.

<<NOMADI è un movimento che supera i confini dell’eventistica tradizionale e dà forma a un’idea radicalmente diversa di esperienza culinaria: ogni evento è pensato e progettato per essere un’opera prima, una creazione unica. C’è un committente e intorno alla richiesta si costruisce la proposta. Non esiste una squadra fissa, non un menù fisso, non esiste un luogo prestabilito, non si replica mai la stessa proposta. Tutto accade una volta sola>>, spiega Simone Testa, chef owner di Punto Nave, che ha partecipato al debutto di Nomadi lo scorso 23 giugno. <<Un progetto libero da insegne e gerarchie, basato su valori quali unione, condivisione e sinergia. Nomadi è una una cucina viva, contemporanea, essenziale, di altissima qualità che nasce ogni volta dove serve e si spegne lasciando sensazioni e bellezza >>, aggiunge.

Ecco come funziona. Otto chef professionisti uniscono di volta in volta le proprie competenze e sensibilità per dare vita a un format esperienziale che si sviluppa attorno a una cucina centrale mobile: una struttura inedita, a forma di ottagono, che è al tempo stesso palcoscenico e postazione di lavoro. Da qui prende vita la performance gastronomica: ogni chef interpreta il proprio ruolo attraverso un linguaggio personale, autonomo e complementare agli altri. C’è chi sfiletta, chi impasta, chi cuoce a fuoco vivo, chi affumica, chi usa la brace. Il risultato è una sinfonia unica, dove ciascuno suona il proprio spartito.

Ogni chef interpreta un elemento: fuoco, terra, aria e acqua. Il fuoco è la cottura viva, la brace, l’affumicatura; l’acqua è freschezza, mare e sapidità, la terra è radici, spontaneità vegetale, stagionalità e orti veri.  L’aria porta leggerezza, acidità, tecniche impalpabili che sorprendono e bilanciano. La chiusura è sempre in dolcezza, con dessert che emozionano tra morbidezze, croccanti e ricordi. Non potevano mancare le farine che raccontano la pazienza dei lievitati, del pane e della pasta, con impasti vivi che respirano. Non mancano le influenze etniche che aprono al mondo e altre culture. A chiudere l’ottagono, il sarto mancante: l’elemento variabile, scelto ogni volta in base ai gusti del cliente. A completare l’esperienza, una figura specializzata nella parte liquida – sommelier o mixologist – che costruisce abbinamenti su misura, interpretando vini, cocktail e infusioni. 

Salvatore Pasquetti e Simone Testa

La prima di NOMADI ha avuto luogo il 23 giugno, nell’ottagono hanno cucinato per oltre 200 persone gli chef Simone Testa, Pasquale Palamaro, Pasquale Maravita, Vincenzo Russo, Mario Di Costanzo, Niko De Caro, Nathan Wichmann, Carlo Verde. Accanto a loro, hanno arricchito l’esperienza Vincenzo Capuano, i sushiman Kennedy Graduce e Ruben Albadoro, Daniele Testa in qualità di Ostricaro, ed Emanuele Frigenti. A coordinare il tutto è stato Salvatore Pasquetti, manager con un’esperienza di oltre vent’anni nel settore degli eventi. La prossima? Restate connessi su Ig @nomadi_food_philosophy

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