Cose fare a Napoli
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- Un’escursione in kayak lungo la costa di Posillipo, tra banchi di tufo giallo e insenature nascoste, per vedere Napoli da un altro punto di vista; per scorgere le ville neoclassiche e le rovine Romane sommerse.
- Vedere Napoli dalla Certosa di San Martino, il punto più alto della città: fermarsi sulla terrazza del Quarto del Priore e godersi il silenzio: lo sguardo si dilata, vola sulla città di Partenope sino a toccare il mare.
- Un tuffo nelle acque dell’Area marina protetta della Gaiola, meglio se in primavera, quando ci sono pochi visitatori, quelli che del mare non sanno fare a meno.
- Un’immersione nei mercati di Napoli tra voci, colori e sapori della città: spettacolo continuato, teatro all’aperto e meraviglia continua. Almeno due quelli da non perdere: la Pignasecca e quello che i napoletani chiamano “sopra le mura” a Porta Nolana, trionfo di spigole, capitoni e vongole.
- Perdersi nei vicoli del centro antico: stretti, appena sfiorati dai raggi del sole, groviglio di storie e architetture, tra cartolina e sorpresa continua. E mangiare per strada una pizza a portafoglio, il più antico e tipico street food partenopeo.
- Varcare la soglia del Teatro di San Carlo, per provare ciò che descrisse Stendhal a suo tempo con queste parole: “Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita. Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea”.
- Percorrere la Pedamentina, la più antica fra le salite, opera del XIII secolo. 414 gradini che collegano il centro della città con la Certosa di San Martino sfiorando scampoli orti e vigne e con una veduta mozzafiato sul golfo.
- Infilarsi negli ipogei millenari della città, lasciarsi rapire dalla raffinatezza delle architetture rupestri delle tombe a camera, segno distintivo delle famiglie aristocratiche di età ellenistica. Respirare l’aria di Napoli in cui la devozione convive con l’anima pagana.
- Un tour nelle Stazioni della Metropolitana dell’arte, opera di archi star internazionali che hanno trasformato i “non luoghi” di transito in installazioni d’arte permanenti con opere di Oliviero Toscani, Mimmo Jodice, William Kentridge, Karim Rashid, Michelangelo Pistoletto, Joseph Kosuth.
- Lasciarsi rapire dalla bellezza potente dell’Ercole Farnese al Museo Archeologico Nazionale.
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